Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
306 | LA NOVELLA D'INVERNO |
della vostra imaginazione, si risente di tirannide, e vi renderà oggetto d’abbominio per tutti gli uomini.
Leon. Sul vostro giuramento di fedeltà, vi comando di cacciarla da questa stanza. Se fossi un tiranno, dove sarebbe la sua vita? Ella non avrebbe osato chiamarmi con tal nome, se tale mi credesse. Trascinatela altrove.
Paol. Non mi usate violenza, escirò da me. Vegliate sulla vostra fanciulla, signore; ella è vostra. Il Cielo le accordi protezione. Perchè mi spingete voi? (ai Cortigiani) Voi che piaggiate tanto le sue stravaganze, non gli farete mai alcun bene: addio, addio, io parto. (esce)
Leon. Fosti tu, traditore, che inducesti tua moglie a commetter questo scandalo! Figlia mìa? Sia tolta dai miei occhi. Tu, che ti mostri così pietoso per lei, portala lungi di qui, e falla abbruciare; voglio che sii tu, e niun altro che abbia tal incarico. Prendila senza indugii, e innanzi al termine di un’ora pensa a venirmi ad annunziare sopra sicure prove l’esecuzione dei miei ordini, o ti toglierò la vita con tutto quello che possiedi: se rifiuti di obbedirmi, e vuoi lottare contro la mia collera, dillo, e colle mie stesse mani frangerò il capo a quel frutto della colpa. Affrettati a darla alle fiamme, poichè fosti tu che consigliasti tua moglie a venir qui.
Ant. Non vi ebbi alcuna parte, mio sovrano: tutti i miei nobili colleghi possono, se lo vogliono, giustificarmi.
1º Sign. Sì; questo possiamo, mio degno sovrano, egli non è colpevole della condotta di sua moglie.
Leon. Siete tutti mendaci.
1º Sign. Io supplico Vostra Maestà di accordarci più confidenza: noi vi abbiamo fedelmente servito e vi scongiuriamo di renderci questa giustizia; cadendo ai vostri piedi, vi chiediamo in grazia, come una ricompensa del nostro zelo e dei nostri servigli passati e futuri, di mutar questa risoluzione; ella è troppo atroce, troppo sanguinaria, per non condurre a qualche grande sventura. Eccoci ai vostri ginocchi.
Leon. Io sono una piuma, scherno d’ogni vento. — Vivrò dunque per udir quella fanciulla odiosa chiamarmi padre? Meglio è che le fiamme la distruggano ora, che serbarla per essere oggetto delle mie maledizioni. Ma sia; che ella viva... no, no viver non debbe. — Voi, (a Ant.) avvicinatevi, voi che vi mostraste così officioso insieme colla vostra consorte, per salvare la vita di questa spuria, (perchè tale ell’è quanto è vero che questa barba è grigia) che cosa vorrete voi fare per riscattarla?