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ATTO QUARTO 323

quei timidi rossori e presentatevi per quel che siete, direttrice dei giuochi: fate loro festa per esser venuti alla vostra solennità dei velli, se volete che prosperi il gregge.

Per. (a Pol.) Siate il benvenuto; è volere di mio padre ch’io m’assuma gli onori di questa festa. Siate voi pure il benvenuto, signore. (a Cam.) Tu, dammi quei fiori. (a Dor.) — Miei nobili ospiti, eccovi rosmarino e ruta; questi fiori conservano la loro apparenza e il loro odore durante tutto l’inverno; la grazia e la rimembranza di cui sono gli emblemi, vi allietino con essi; siate i ben giunti alla nostra festa.

Pol. Pastorella, e siete la più amabile delle pastorelle, avete ben ragione di presentare alla nostra età fiori d’inverno.

Per. Signore, l’anno comincia ad essere vecchio. In questi giorni in cui l’estate non è ancora spirato e il gelido inverno non è ancora nato, i più bei fiori della stagione sono i garofani screziati, che alcuni chiamano spurii della natura; di così fatti fiori però non ne crescono nel mio giardino, nè mi cale di averne le sementi.

Pol. Perchè mai, bella giovine, li disprezzate?

Per. È che ho inteso dire che v’è un’arte che può screziarli e tingerli di bellissimo colorito, come fa la creatrice sovrana, la natura.

Pol. E se anche tal arte esistesse, sarebbe sempre vero che non vi è modo per perfezionare la natura, senza che tal modo sia l’opera e la creazione della natura istessa. Così al disopra di quell’arte che voi dite in lotta colla natura, v’è un’arte che è tutta intiera di lei sola; voi vedete, amabile fanciulla, che tutti i giorni maritiamo un tenero gambo col tronco più selvaggio, e che fecondar sappiamo la scorza più rozza, con un bottone fiorito sopra più nobile cespo. L’arte dunque può perzionare la natura, ma non è mai che sua discepola e figliuola.

Per. Avete ragione.

Pol. Arricchite dunque il vostro giardino di garofani, e non li chiamate più fiori spurìi.

Per. Non scaverò mai una buca per mettervi un gambo della loro specie, non più ch’io non vorrei, se imbellettata fossi, chi questo giovine mi chiamasse bella, nè desiderasse per ciò che di sposarmi. — Eccovi fiori per voi. La menta, la maggiorana e il fiorrancio che si addormenta col sole e si sveglia con lui bagnato di lagrime sono i fiori dell’estate che si dànno agli uomini di mezza età. Siate mille volte il benvenuto.

Cam. Se fossi uno dei vostri montoni, lascerei il pascolo e non vivrei che pel piacere di contemplarvi.