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Pagina:Rusconi - Teatro completo di Shakspeare, 1859, VII.djvu/355

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346 LA NOVELLA D'INVERNO


Gent. La dignità di quella scena meritava re e principi per ispettatori, poichè aveva re per attori.

Gent. Uno dei particolari più commoventi di essa, fu un racconto della morte della regina fatto dal re, intantochè sua figlia stava ad ascoltarlo: il dolore, che a gradi a gradi si dipingeva sul volto della giovinetta, finì per strappare a tutti un grido di desolazione.

Gent. Son essi ritornati alla Corte?

Gent. No: la principessa ha inteso parlare della statua di sua madre, posseduta da Paolina, opera che ha costati molti anni di fatica, e che venne eseguita da quel celebre artefice d’Italia, Giulio Romano. Se quel pittore potesse comunicare il soffio dell’eternità alle sue opere, ei si lascìerebbe di molto indietro la natura, tanto è perfetto nelle sue imitazioni! Colui ha fatta Ermione così somigliante, che se le parlerebbe, e si attenderebbe da lei la risposta: essi son tutti andati a vederla e intendono cenare da Paolina.

Gent. M’ero insospettito ch’ella avesse qualche cosa di nascosto in una sua stanza, perchè dopo la morte di Ermione non mancava mai d’andarvi due o tre volte al giorno, e di racchiudervisi sola. Vogliamo raggiungerli, e divider la loro gioia?

Gent. E chi è quello che potendolo nol vorrebbe? La nostra lontananza ne ha fatto perdere anche troppo. Andiamo. (escono i Gentiluomini)

Aut. Ora se non stessero contro di me le pecche della mia antica condotta, gli onori e le ricchezze mi pioverebbero sul capo! Fui io che condussi il vecchio e suo figlio alla nave del principe, e che gli dissi, che li aveva inteso parlare di certo piego e di non so quale istoria; ma era allora inebbriato del suo amore per la pastorella, e cruciato in oltre sì sentiva, insieme con lei, dal mal di mare, ond’è che il segreto rimase inesplorato. Ma già è lo stesso, perchè quand’anche fossi stato io che lo avessi rivelato, esso non mi avrebbe giovato molto a cagione del poco credito che godo. (entra il Pastore e il Clown) Ecco coloro a cui ho fatto un gran bene contro la mia intenzione, ed eccoli di già all’apice della fortuna.

Past. Vieni, garzone, ho passata l’età per aver figli, ma quelli che nasceranno da te saran tutti gentiluomini.

Cl. Ben vi trovo, signore. Voi rifiutaste l’altro giorno di battervi meco perch’io non era nato gentiluomo: vedete questi abiti, dite ora che non li vedete, e credete che gentiluomo non sono. Datemi una mentita, e vedrete s’io lo sia.