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Pagina:Rusconi - Teatro completo di Shakspeare, 1859, VII.djvu/63

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54 PENE D'AMOR PERDUTE

veder nessuno, senz’essere da nessuno visitata, e ciò torna in disdoro per noi.

Prin. No, signore, non lo crediate. Avemmo qui sollazzi piacevolissimi. Non è molto ancora che una compagnia di Russi venne a salutarci.

Re. Di Russi, signora?

Prin. In verità, e uomini pieni di galanteria, e di pulitezza.

Ros. Principessa, dite il vero. Tale ritratto non somiglia a coloro; per cortesia voi fate ad essi un elogio che non meritano: è ben vero che intrattenute fummo per un’ora da quattro galanti vestiti alla russa, ma in tutta quell’ora non potemmo udir da essi una sola parola sennata, o graziosa. Non oserei chiamarli pazzi, solo per non proferirena verità troppo spiacevole.

Bir. Tal frizzo mi entra nel cuore. — Mia cara, lo spirito vostro volge la saviezza in follìa: allorchè i nostri sguardi intendono affissarsi nell’occhio del cielo, noi perdiam la vista: il vostro talento è splendido al pari di quel lume, e contro alla vostra saviezza la saviezza altrui non sembra che demenza, come quanto v’ha di più ricco non sembra che povero.

Ros. Quello che dite annunzia che siete ricco e saggio: ma ai miei occhi...

Bir. Sono un pazzo: non è vero?

Ros. Se non fosse che prendete quello che vi appartiene, disdicevole sarebbe che mi strappaste le parole di bocca.

Bir, Ma io son tutto vostro, con tutto quello che possiedo.

Ros. Un pazzo tutto intero sarà per me?

Bir. Di meno non so darvi.

Ros. Qual maschera portavate voi?

Bir. Dove? Quando? Qual maschera? Perchè mi chiedete ciò?

Ros. Eh! Dianzi, dianzi: con quella maschera che mostrava un bel volto e ne nascondeva un brutto.

Re. Siamo scoperti, ed esse si befferanno di noi.

Dum. Confessiam tutto, e volgiam la cosa in riso.

Prin. Siete confusi signori? Perchè Vostra Altezza si compone a tanta gravità?

Ros. Aiuto, portate un po’ d’aceto; perchè impallidite? Il mal di mare forse, venendo voi dalla Moscovia?

Bir. Le stelle piovono su di noi le calamità per punirci del nostro spergiuro; più non posso resistere. Eccomi in preda ai vostri sarcasmi, bella signora: spiegate su di me tutto il vostro spirito; schiacciatemi coi vostri oltraggi, coi vostri schemi, fatemi in brani coi vostri epigrammi. Ah! non verrò più a pre-