Pagina:SD Luzzatto - Commentary on Bereshit.pdf/39

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xxvm vano di toccare il sacro Testo, anche la dove appariva errore tramanuense; in guisa che lasciando il Testo come trovavasi, si aumentavano di notare in margine la lezione che credevano più corretta.

Del resto è da osservare che tali marginali lezioni sono proporzionatamente al volume in molto minor quantità nel Pentateuco che negli altri libri canonici. Ed è pure degno di considerazione che fra l cosi detti ‘un'ala rnw m“? ‘Disfl

mnmB ossiano discrepanze tra i codici di terra santa e quelli

degl’ lsraeliti babilonesi, una non ve n’ ha relativa al Penta- teuco. Quelle poi che passano tra ‘uva p e fine: j: vertono unicamente sulla puntazione, mai sulle lettere stesse, o sulle parole.

stabilita, cred’ io, a suificienza 1’ integrità del sacro Testo del Pentateuuo, l’ ordine vuole, studiosi giovani, che da noi si passi alPErmeneutica, ossia a stabilire le basi, i principii e le norme, che condurre ci debbono alla retta intelligenza del divino volume.

Fondamento primario della sacra Ermenuetica è fuor dwgni dubbio la tradizione. l libri santi sono scritti in una lingua già da molti e molti secoli morta, nè più da alcun popolo conosciuto parlata. Quindi tutta la cognizione che in oggi aver se ne possa, riposa sopra le nozioni che oralmente di padre in figlio ce ne hanno gli antichi nostri tramandate. senza di queste i sacri libri non sarebbero per noi leggibili che non per altra via che quella della tradizione da noi si conoscono gli elementi dell’ alfabeto.

É questo Yargomento di cui si valse il grande 55h, onde mettere alla ragione quelPidoladra, il quale abbracciar voleva il giudaismo, meno la legge orale. Cominciò egli il primo giorno a mostrargli l’ alfabeto, ali’ indomani cangiò tenore, assegnando ali’ una lettera quel valore che assegnata aveva