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16 | racconto primo |
staccare gli occhi di dosso a loro; e gustava una segreta dolcezza superiore a qualunque altro piacere. «Dunque il babbo e la mamma gli ho anch’io, diceva tra sè giubbilando. Oh! la Maria mi vuol bene come la mamma; credevo quasi che fosse la mamma davvero; ma il suo figliuolo è Nanni. Ora l’ho anch’io una madre... ma! e il babbo? Io che l’avevo perduto l’ho ritrovato, e Nanni non l’ha. Poveretto! Dio voglia che anch’esso lo ritrovi; altrimenti ora sarebbe più infelice di me, nel tempo che prima io era più infelice di lui. Vedete come vanno le cose! Ma se sua madre ha aiutato me nella disgrazia, ora toccherà a mio padre ad aiutar lei; glielo dirò io; ma già lo farà senza che io glielo dica.» In fatti potete figurarvi se i genitori d’Ilario si mostrarono riconoscenti con quella buona famiglia che aveva salvato il loro figliuolo.
Quando poi Ilario cominciò a udire che gli sarebbe toccato a separarsi dalla Maria che gli aveva fatto tanto bene e da Nanni che lo amava come un fratello, si afflisse molto. I suoi genitori che se ne accorsero l’ebbero caro, perchè così si mostrava amoroso e riconoscente; e allora si trattennero di più in quel paese. Anzi il padre d’Ilario, che era diventato abilissimo per tutti i lavori di legnajuolo, si pose a lavorare, giacchè in quel paese non v’era chi facesse il suo mestiero. Figuratevi se tutti l’ebbero caro! Non vi fu uno che non avesse da fargli fare qualche lavoro. I contadini venivano di lontano per fargli raccomodare i loro istrumenti di agri-