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l’acciarino perduto 69

il sospetto, che quello che aveva perduto l’acciarino fosse stato il donatore dei 400 scudi; ma era un indizio troppo debole; e la premura di ritornare dalla mamma lo distolse da quel pensiero.

«Vedi, figliuolo mio, disse la madre quando lo scorse rientrar nella stanza, vedi tu in quanti modi la Provvidenza ci soccorre nelle disgrazie? Chi avrebbe aspettato questa somma? Stasera verrà il mio procuratore, e rimarrà maravigliato a tal notizia. Rallegriamoci dunque. Non saremo più costretti ad abbandonare quest’ultimo ricovero; e con la rendita libera del podere e col risparmio avrai modo di studiare e d’intraprendere a suo tempo una professione onorata e lucrosa.

Rob. Ah sì, mamma; è una fortuna; e me ne rallegro di più perchè vi vedo contenta.

Ved. Sì, figliuolo mio, io mi sento sollevata da un gran peso. Ma, lo confesso, mi rimane il desiderio di scoprire questo segreto. Chi può mai essere quell’uomo benefico, il quale ha saputo sovvenire così bene al nostro bisogno? Ah! la mia mente non mi sa suggerir nulla!»

Roberto stava a capo basso, e ripensava al riconoscimento del calesse. Non sapeva se fosse stato opportuno raccontare alla mamma il fatto della sera innanzi, o tacerlo.

Essa che lo vide così pensieroso, si insospettì e gli fece qualche dimanda. Roberto esitò un poco, ma alla fine le narrò ogni cosa.

«Figliuolo mio, disse allora la madre, la tua