Pagina:Saggio di rime.djvu/29

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* xxviii *

Ma quel che santo, e fervido
     In Ciel, e Terra folgora
     A beare quell’anime,
     32Che sono care a lui.
O di Sionne semplici
     Fanciulle, Spose, e Giovani
     Dite s’unqua vedestene
     36Tanta beltà fra voi?
Ecco il terren che florido
     Sotto dei piè diventagli;
     Ecco che fassi placido
     40Il tempestoso mar.
Ma tal beltà indicibile,
     E portamento amabile
     Supera il cor benefico,
     44Che tutti fa stupir.
Ben sanlo quei che l’amano,
     Quei che sue voci ascoltano,
     Quei che seguirlo imprendono,
     48Spiriti nati al ciel.
Tutto a lor si comunica,
     Che null’altro significa
     Che un bene incomprensibile
     52Preparagli a goder.
O di Sionne ingenui
     Abitatori, diteci,
     Ogni valor non supera
     56Il piacente Gesù?


Allor