Pagina:Saggio sulla felicità.djvu/31

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bero, nobile, e divino sdegna soggiornare fra marmoree colonne, ed ama piuttosto del saggio il modesto ritiro?

Non creder pertanto, che s’io non appruovo chi la sua vita consuma per accumulare ricchezze, voglia per questo far l’apologia di coloro, che scellerati, e crudeli verso i loro parenti, ed ingiusti verso i loro creditori, pazzamente scialacquano il paterno retaggio. La prodigalità è da sfuggirsi, quanto il soverchio amor del danaro. Amendue questi vizi ci rendono infelici, l’uno consigliandoci a sagrificare il piacere presente a quello avvenire, l’altro al futuro bene il presente anteponendo. Per lo che, qualunque siasi la tua condizione non ti logorare per renderla più avvantaggiata, ma non lasciarti nemmeno sedurre dai fantasmi della tua immaginazione per impoverirla. Fa un uso ragionevole di quelle ricchezze, che ti ha concesse il destino, e consacra sull’ara della carità, quanto ti venisse fatto sottrarre all’inutile lusso.

Ma ben più di questa passione può tornar quella fatale alla società, che spinge l’uomo ad essere ambizioso, quando ad utile scopo non venga rivolta. Li suoi effetti sono tanto più terribili, e funesti, quantochè dessa non alberga, che in ani-


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