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nico uso assai possenti, ritenute in vita; e la buona grazia eziandio, della quale e’ n’andava ornato, accresceva ad esso stima alla giornata e, per mezzo di lei, vie più la facoltà; per la qual cosa, egli avvisando sé essere ricco e rinomato a sufficienza, più oltre coll’arte sua proceder non volle. Teneva questi pertanto a suo servizio in figura di cameriero un pulitissimo giovane, e bello, nomato Pietro Hals, il quale a sé un giorno fatto venire, come più gli piacque, imperciocché al parer di costui molto s’atteneva, così gli disse: «Sappi, Pietro mio, ch’io carico d’anni al mondo essendo, e molto più di meriti e facoltà - come tutti sanno -, rissoluto io sono di abbandonare quest’arte a me ormai divenuta nojosa ed interamente darmi pace e quiete, godendomi ora quel po’ di sustanze che tanto e sì sudatamente hommi ragunate».

Il giovane servo, a cui la nuova rissoluzion del Padrone, quanto saggia paruta era, altrettanto la estimò per sé profittevole, non poté se non altamente commendargliela, dicendogli: «Quantunque a voi più degli anni il peso che di qualunque altra cosa dolga, e v’impedisca di proceder più oltre nell’onorata medica arte, per voi al sommo pervenuta, tuttafiata, se con notabile discapito di quella volete desistere dall’impresa, i riflessi, che fatti n’avete, non si ponno che al Cielo celebrare. Io nulla ostante, pria che a pensiero tale diate opera e che forse de’ virtuosissimi recipi vostri

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