Pagina:Saibante - Le prose di Bianca Laura Saibante Vannetti.pdf/27

Da Wikisource.

21


Capitolo


La bella libertà che da te ebb’io
A te or la ritorno, tutta umile,
Signor, e tu accetta il voto mio.
Deh pietoso Signor, non ti sia vile
Questa volontà mia, questo intelletto,
Che con amor ti rendo non servile.
E poiché a te rivolsi ogni mio affetto,
Dona ancor tu, Signor, alla tua Ancella
Un sol tuo raggio, che le infiammi il petto;
Così andrò paga di mia sorte bella:
Qual uom, che posta sol in te ogni speme,
Non cura il mar in calma, od in procella,
Che questo nol lusinga, e quel non teme.