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Novella III


Letta nella Tornata quarta dell’Accademia, a’ 28 Marzo 1751, sotto il Reggimento di mio Sig.re Fratello col nome di Antobasinio.


O Voi, che foste a novellare eletto
Il primo, e siete nel più orrevol loco,
Né superbia v’accechi né diletto,
Che alfin fortuna instabil dura poco:
Veggane chi nol crede in me l’effetto,
E poi s’egli ha ragion, si prenda giuoco;
ch’io qual Gonfalonier già licenziato,
D’Agiatissimo or son semplice Agiato.

Egli non è passato ancora molto che in Milano, eccellente Città Capitale di Lombardia, fuvvi un valente Cavaliere assai bel parlatore ma più del dovere bruttamente avaro il quale, avvegnaché di molti beni al sole avesse e ben fornito a danajo e’fosse, tutta fiata mai rifinava di ogni suo studio porre in accrescere l’arca; anzi, per mandare ad effetto quella ingordigia dell’oro, a servizio non teneva che uno staffiere ed una fante, amendue persone che di poco o nulla eran satolli. Soleva ancor cibarsi

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