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spandeva sull’alte montagne, gl’infocati raggi alle stelle già togliendo il lume, ch’io desto dal canto de’ vaghi augelletti gli occhi aprii tutto confuso, e con certo stridore in testa mi svegliai sì noioso che a capello assomigliava a quello de’ grilli. Il perché ben tosto m’avvidi che per que’ bucolini dell’orecchie del capo mio di molti grilli entrati erano: quindi è che d’ora in poi sì le nere bestiole per entro le cervella si son fitte, ed hanno tanto e poi tanto rifigliato, che rimedio io già non ispero ritrovarci più; e voi, caro Medico, stupisco che udite mai non l’abbiate, che pure strillano bene spesso e saltellano, come tante indiavolate: queste sono le cagioni d’ogni mia melancolia; quest’è quel neo che voi in me tanto accortamente avete notato». Il Medico udita la strana faccenda, poiché uomo scaltrito quanto mai altro era, avvisato essendosi d’onde quel male immaginario procedesse, anzi di contradire, gli diede il gambone prestamente così rispondendo:

«Holli io ben spesso uditi sì questi vostri grilli; ma giuocato ci avrei del mio che fosseron dissotto del focolare annidati, oppure dietro a qualche anticaglia di armadio; ma se ho a dire il vero, la voce fuor del costume alquanto più gentile parendomi, nascer mi fece talvolta mille dubbi, che alla perfine da me medesimo non sapea che mi credere. Ora veggo ben che non hanno più loco le meraviglie, poiché ogni albero ancorché alpestre, se giammai in culto terreno trap=

piantato