Pagina:Saibante - Le prose di Bianca Laura Saibante Vannetti.pdf/46

Da Wikisource.

40

un Giovane, che si chiamava Sinatto, non meno di lei valoroso e bello della persona; che perciò l’un l’altro vicendevolmente amandosi ed onorandosi più ciascun giorno, se più poteva essere, come ad onesta gente convenevole è di fare, attendevano grande e lieta vita insiememente di menare come quelli che dalla buona fortuna di molto favoriti erano.

Ma siccome di rado avviene che preziosa gemma lungamente ascosa all’invidioso sguardo dell’avaro involator si giaccia, il quale, dacché l’addocchiò, ogni studio pone per volerlasi per ingiuste vie rendere sua; così appunto di Camma succedette; poiché, mentre con bellezze neglette attendeva a Sinatto di solo piacere, a quello tutti gli affetti suoi fedelmente serbando, accadde che a Sinorige Tiranno venne la venustà di Lei veduta, della quale fuor di modo invaghito essendone, molte vie tentò di essere, scoprendole l’amor suo, dalla stessa riamato; ma invano, che la virtù di Camma era di gran lunga superiore all’amore del Tiranno, e tanto già e’ non sapea amarla che, assediata da prieghi e lusinghe, vie più al suo Sinatto non sapesse esser fedele. Quindi, veduta ogni opra essere vana, già disperando da Lei nulla mai più ottenere pel troppo amore che al marito ne portava, entrò in pensatoio di far uccidere Sinatto, ed al reo pensiero guari non andò che diede opera. Appresso la cui morte incominciò di novellamente tentare l’impresa, assai volte a Lei

vedere

}}