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bernardino di saint-pierre |
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scuola dai gesuiti di Caen: questi che cercavano negli scolari tanti proseliti per le loro missioni, trattenevano sovente il giovinetto sui popoli barbari da convertire alla fede; e l’imaginazione di Bernardino si esaltò di nuovo, sicchè voleva partire come missionario. Ma il padre non voleva saperne di questi progetti; lo tolse da quelle scuole, e lo inviò nel collegio di Rouen, dove studiò sopratutto matematiche. Poco dopo Bernardino chiese di essere ammesso nelle scuole dei giovani ingegneri che si stava formando a Versailles, sotto gli ordini del conte di San Germano. Accolto, fu inviato a Düsseldorf nell’esercito; ma per il suo carattere suscettibile si creò numerosi nemici e fu sospeso del suo grado. Torna a casa, e trova che il padre aveva fatto sedere al posto venerato della madre morta una matrigna. Sdegnoso esce di là, e con sei luigi in tasca parte per Parigi. Aveva anche un biglietto della lotteria di San Sulpizio: il caso lo favorisce; lo fa diventar vincitore e raddoppia in tal modo il suo capitale. Sente correr voce di una guerra contro i Turchi nell’isola di Malta. Accorre colà come ingegnere militare; ma la guerra non si fa ed egli torna a vagare alla ventura. Ode dell’accoglienza che l’imperatrice Caterina di Russia faceva agli stranieri e pensa: «Questa volta ho trovato la mia fortuna.» A Pietroburgo il generale Dubosquet lo prende sotto la sua protezione e lo fa sottotenente nel corpo del genio. Ma era l’imperatrice ch’egli voleva vedere. Nella sua mente aveva formato un grande progetto. Volgeva in animo di proporre a Caterina la fondazione di una Compagnia per la scoperta di un passaggio alle Indie per la Russia; ma entusiasta per la repubblica di Catone, per i sogni di Telemaco e per le idee generose delle filosofie contemporanee, aveva sperato di poter fondare, sotto questo titolo di Compagnia, presso le rive orientali del mar Caspio, una Repubblica nella quale tutti gli uomini buoni e sofferenti potessero trovare un asilo. Finalmente ottiene l’udienza: si pro-