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paolo e virginia 39

oriuoli, nè lunari, nè libri di cronologia, d’istoria, o di filosofia: i vari periodi della loro vita si regolavano su quelli della natura: l’ombra degli alberi additava loro le ore del giorno; le stagioni erano distinte dal tempo de’ fiori o de’ frutti, e gli anni dal numero delle ricolte. Da sì dolci immagini veniva una gran soavità nei discorsi. «È ora di desinare, diceva Virginia alla famiglia, l’ombra dei banani cade diritta al loro piede; ovvero la notte ci è presso, i tamarindi chiudono le foglie. Quando verrete da noi? diceva qualche amica dei dintorni. — Alle canne di zucchero, rispondeva Virginia. — La vostra visita ne riuscirà ancor più dolce, soggiungevano le giovinette sue amiche.» Interrogata sull’età sua e su quella di Paolo, «Mio fratello, diceva essa, ha l’età del grande cocco della fontana, ed io quella del piccolo: le mangifere hanno portato dodici volte i loro frutti, e gli aranci ventiquattro volte i loro fiori da che io sono al mondo.» Pareva che la loro vita si tenesse con quella degli alberi siccome quella de’ fauni e delle driadi: non conoscevano insomma niun’altra epoca istorica tranne quella della vita delle loro madri, altra cronologia, toltane quella de’ loro alberi, e nissun’altra filosofia, tranne quella di far bene a tutti, e di rassegnarsi alla volontà di Dio.

Qual bisogno avevano finalmente que’ giovinetti delle nostre ricchezze, e del nostro sapere? I loro bisogni stessi e la loro ignoranza accrescevano la loro felicità. Non passava un giorno senza che si prestassero vicendevolmente qualche soccorso o qualche lume: sì bene, qualche lume; e quand’anche vi si fosse mischiato alcun errore, niuno ve n’ha di pericoloso per l’uomo puro. Così crescevano que’ due figli della natura. Nessuna angustia avea solcato di rughe la loro fronte, niuna intemperanza avea guastato il loro sangue, niuna passione infelice aveva depravato il loro cuore. Nudrite d’amore, d’innocenza e di pietà, quelle bell’anime si travedevano ne’ graziosi visi, negli atti, in ogni movimento. Era sul bel mattino la loro vita, e ne teneva tutta la freschezza. Tali parvero nel giardino d’Eden i primi nostri padri, allorchè usciti dalla mano di Dio vide l’un l’altro, e l’uno all’altro accostandosi conversarono dapprima qual fratello e sorella. Virginia, dolce, modesta, fidata come Eva, e Paolo simile ad Adamo,