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paolo e virginia 63

poter disporre di un soldo. Dicono che se avessi danaro potrei farne mal uso.

«Fino i miei vestimenti appartengono alle mie cameriere, le quali se li contendono prima che io li smetta. Insomma, nel seno alla dovizia, io sono molto più povera che non lo era presso voi, perchè adesso io non posso donar nulla. Quando ho veduto che dalle grandi scienze che m’insegnavano non poteva cavare di che fare il minimo beneficio, mi sono volta all’ago, che per fortuna voi mi avete posto nelle mani. Vi mando adunque parecchie paja di calze che ho fatte per voi e per mamma Margherita, una berretta per Domingo, ed uno de’ miei fazzoletti rossi per Maria. Metto in quest’involto anche alcuni granelli e nocciuoli tolti dai frutti che mi danno a colazione, unitamente alle semenze di tutte le specie d’alberi che nelle ore di ricreazione ho raccolto nel giardino della badia. Vi ho anche aggiunto la semenza delle mammole, delle margherite, dei ranuncoli, dei papaveri, del garofano azzurro e della vedovella, che ho raccolto ne’ campi. Si trovano nei prati di questo paese fiori molto più belli che nei nostri, ma nessuno vi abbada. Io sono ben certa che tanto voi quanto mamma Margherita aggradirete più questo sacco di semenze che quel funesto sacco di piastre che è stato causa della nostra separazione e delle mie lagrime. Sarà pure il gran contento per me se voi potrete un giorno avere il diletto di vedere i pomi cresciuti a fianco ai banani, ed i faggi intrecciarsi coi nostri cocchi. Voi penserete allora d’essere in Normandia, di cui la memoria vi è tanto cara.

«Voi mi avete raccomandato che vi facessi conoscere le mie consolazioni e le mie pene. Quanto alle consolazioni, io non ne ho più alcuna lungi da voi; le mie pene poi io le vo raddolcendo col pensare che sono in una condizione nella quale mi avete posta voi pel volere di Dio; ma quello che mi dà maggior rammarico, è il non udirmi mai una volta parlare di voi, ed il non poterne parlare con nessuno. Se accade ch’io cerchi di porre il discorso sopra oggetti per me tanto cari, le mie cameriere, o, dirò meglio, quelle di mia zia, che sono più sue che mie, mi dicono: Signorina, ricordatevi che siete francese, e che bisogna che vi