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Pagina:Salgari - Duemila leghe sotto l'America - Vol. I.djvu/48

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46 capitolo vi.


CAPITOLO VI.

Un formidabile assalto.

L’ingegnere, udendo quelle grida, si precipitò verso il meticcio mentre O’Connor, atterrito, certo che il suo compagno avesse scorto qualche fantasma o qualche folletto, correva verso il battello a chiamare Morgan.

Attraversata la piattaforma e una rupe franata, sir John scorse, presso l’entrata di una tenebrosa galleria, Burton curvo a terra, intento ad esaminare un oggetto non ancora ben distinto.

— Cos’hai trovato? gli chiese.

— Accorrete, sir John, disse Burthon. Ho trovato un coltello.

— Un coltello! È impossibile!

— Eccolo, signore.

L’ingegnere, in preda ad una viva inquietudine, esaminò attentamente quell’arma. Era uno di quei solidi coltelli spagnuoli che chiamansi navaje; la lama era di un acciaio finissimo, lucente e un po’ curva.

— Chi ha portato qui quest’arma? si chiese egli corrugando la fronte.

— Qualche uomo certamente, disse Morgan che aveva raggiunto i compagni assieme a O’Connor.

— Ma chi?... Chi?...

— Forse degli spagnoli si sono spinti quaggiù.