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68 capitolo viii.


— Stiamo in guardia, amici, disse sir John che aveva ricuperato istantaneamente il suo sangue freddo. Abbiamo da combattere un nemico capace di trascinarci in fondo agli abissi assieme al battello.

Aveva appena finito di parlare che una di quelle smisurate braccia s’allungò sferzando l’aria. Esitò un momento descrivendo curve capricciose, come cercasse un posto adatto per posarvisi, poi piombò furiosamente sul piccolo bombresso imprimendo al battello una scossa violentissima da prua a poppa. Un’onda di considerevole volume s’infranse, muggendo e spumeggiando, contro la prua che si sommerse più che mezza.

Sir John con un solo balzo fu sullo sperone. La scure scintillò un istante nell’aria poi cadde con forza irresistibile su quel tentacolo tagliandolo nettamente a un terzo d’altezza.

— All’erta! gridò egli. Armatevi di scure!

L’orribile mostro, così sconciamente mutilato, era diventato d’un color bruno rossastro. I suoi occhi s’ingrandirono straordinariamente, l’enorme suo becco s’aprì con uno scricchiolìo sinistro e i suoi otto tentacoli batterono le acque con rabbia estrema sollevando vere ondate. L’attacco era imminente.

I quattro uomini, stretti a prua, risoluti a lottare fino all’estremo, si tenevano pronti a respingere l’assalto che doveva senza dubbio essere violento. Un solo tentacolo sarebbe bastato per avvilupparli e soffocarli con una sola stretta.

— Attenzione! gridò sir John.

Il mostro s’avvicinava muovendo burrascosamente la negra fiumana. I suoi tentacoli si slanciarono in aria con impeto furioso e cercarono d’aggrapparsi ai bordi del battello e d’avvolgere