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70 capitolo ix.


— Mai, Burthon, rispose l’irlandese. Eppure ho fatto dodici volte il giro del globo.

— Ma che bestia è mai questa? chiese Morgan. Un mostro di nuova specie, forse?

— No, disse sir John, che osservava attentamente il cadavere. È un polipo gigante, un cefalopodo.

— E come mai si trova qui?

— Non saprei dirtelo. Forse in fondo al fiume ve ne sono degli altri.

— Ma sono proprio pericolosi questi mostri? chiese Burthon.

— Pericolosissimi, mio caro. Se uno di quei tentacoli ti piglia, prima ti fracassa le reni, poi ti succhia il sangue per mezzo delle duecentocinquanta ventose che sono disposte sulla faccia interna.

— Poteva affondarci il battello?

— Poteva non solo affondarlo ma trascinarlo negli abissi.

— Ringrazio Morgan di averlo accoppato.

— Deve avergli spaccato tutti e tre i cuori, disse sir John.

— Tre cuori! Hanno tre cuori forse, simili mostri?

— Sì, Burthon.

— Sicchè, tagliandone uno, gli altri due funzioneranno egualmente.

— Così deve essere.

— To’, questa è curiosa. E tagliando un paio di tentacoli non muore il mostro?

— Mai più, anzi si dice che dopo sette anni i tentacoli tornano interi come prima.

Il meticcio sbarrò gli occhi e la bocca.

— È incredibile! esclamò.

— Meno di quello che tu credi. Non si riproduce anche il cervello?

— Questo non lo crederò, signore, disse il testardo meticcio.