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Pagina:Salgari - Duemila leghe sotto l'America - Vol. II.djvu/88

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86 capitolo xxiii.


l’Huascar toccasse. La corrente tuttavia scendeva con molta furia trascinando gran numero di pietre di non piccola mole.

Alle 11 Morgan per consiglio dell’ingegnere moderò la velocità. Era tempo! Pochi minuti dopo l’Huascar toccava il fondo e con tale violenza che sir John e i suoi compagni caddero l’un sull’altro e una lampada si spense.

— Per l’Huascar è finita, disse Morgan con dolore.

— Cosa facciamo? chiese Burthon.

— Tu e O’Connor rimarrete qui per ora, disse sir John. Io e Morgan costeggieremo il fiume finchè troveremo la galleria che vedo segnata sul documento. Seguimi, macchinista.

— Prendiamo un revolver, signore, disse il macchinista. Non dimentichiamoci che degli uomini ci precedono.

Il battello a forza di remi fu spinto sotto la riva e i due esploratori, munitisi ognuno d’una lampada, un solido bowie knife e d’un eccellente revolver di grosso calibro, s’arrampicarono su per la sponda.

S’arrestarono un istante sulla cima d’una roccia tendendo gli orecchi, poi, rassicurati dal profondo silenzio che regnava sotto la galleria, si misero in cammino seguendo la riva del fiume, calpestando un terriccio composto di avanzi di piante e di conchiglie.

Avevano percorso ottocento o novecento metri, quando sir John improvvisamente si arrestò puntando il revolver.

— Guarda, Morgan, mormorò. C’è un uomo laggiù!

Morgan sporse innanzi la lampada e guardò verso il luogo designato. Un uomo di alta sta-