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i drammi della schiavitù 59


La Guadiana l’aveva speronata fra l’albero di maestra e quello di trinchetto, aprendole il fianco dalla linea di galleggiamento al livello della coperta, ma con tale impeto, da rovesciarla sul tribordo. L’acqua si precipitava di già attraverso all’immensa apertura col fragore d’una vera cateratta, minacciando di trascinare il legno negli abissi dell’Atlantico in pochi minuti.

L’equipaggio del London, malgrado il pericolo che correva, non arrestò il proprio slancio. Vedendo la prua della nave negriera ancora incastrata nell’enorme ferita, si rovesciò furiosamente verso di essa, per invaderla.

Ufficiali, marinai e soldati di fanteria di marina irrompono contro le murate squarciate, s’agrappano ai cavi ed alla rete del bompresso della Guadiana, si calano lungo i fiocchi, scalano il parapetto proviero e si precipitano all’abbordaggio empiendo l’aria di urla feroci.

Ma il capitano Alvaez aveva veduto il pericolo. Mentre gli uomini della manovra contrabbracciavano rapidamente le vele per svincolare la Guadiana ed allontanarla, si slancia verso la prua alla testa dei suoi tiragliatori e dei suoi cannonieri, per contrastare il passo al nemico e ributtarlo sulla nave affondante.

In quello spazio ristretto, su quella punta estrema della nave, s’impegna una lotta furibonda, mentre dalle gabbie, dalle crocette e dai pennoni tuonano le carabine e piovono le granate.

Il negriero, ardito soldato quanto abile capitano, con una pistola nella sinistra, e la sciabola d’abbordaggio nella destra, trascina i suoi uomini all’assalto con voce tuonante. I due equipaggi s’incontrano sul castello di prua, ma gli avversari, per la strettezza dello spazio, non sono numerosi.

I negrieri s’avventano sui primi che incontrano malgrado la terribile fucileria che parte dalla coperta dell’incrociatore, li tagliuzzano a colpi di scure e di sciabola e li ributtano sul ponte nemico, ma altri s’arrampicano sulle murate, si issano sul bompresso e irrompono sulla prua. Lampeggiano le armi, tuonano le pistole e le carabine, cadono gli uomini, emettendo urla feroci, urla di vendetta soddisfatta o di morte.

Ad un tratto echeggia la voce tuonante di Hurtado:

– Tutti sul ponte: la nave è libera!...

La Guadiana si stacca dall’incrociatore, ritirando lo sperone con un acuto stridìo, oscilla violentemente da babordo a tribordo e indietreggia portando seco gli uomini dell’incrociatore che erano riusciti a salire sulla prua.

Un nembo di mitraglia, lanciato dai cannoni della coperta della