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una caccia al volo 231


Si erano nascosti in mezzo ad alcuni crepacci aperti nella parete e vedendo i loro nemici fuggire, li avevano salutati con una scarica.

Gli aeronauti non si degnarono nemmeno di rispondere. D’altronde lo Sparviero s’innalzava con crescente rapidità, aumentando di momento in momento la distanza.

Sorpassò il margine dell’enorme spaccatura e si slanciò attraverso gli altipiani nevosi con una velocità di trentacinque miglia all’ora.

L’uragano erasi calmato e anche la nebbia si era completamente dileguata sotto i vigorosi colpi di vento del settentrione.

Che caos però presentava l’altipiano, dopo lo scatenamento degli elementi! La neve, strappata dalle raffiche irresistibili, si era accumulata in mille guise, formando qui un bastione, più oltre una montagna, più innanzi una serie di cumuli che si profilavano indefinitivamente. In certi luoghi vi erano delle enormi valanghe staccatesi dai Crevaux e soprattutto dal Ruysbruck, la cui mole imponente giganteggiava un po’ al sud, all’estremità occidentale della catena e degli ammassi di ghiaccio capitombolato dai ghiacciai che si mostravano numerosissimi in quei luoghi.

— Guai se invece di scendere nel vallone noi ci fossimo arrestati qui, — disse il capitano. — Il nostro Sparviero sarebbe rimasto schiacciato subito, non credendo io che i Crevaux ci fossero così vicini.

— Ed è anche stata una fortuna che l’ala si sia spezzata, — disse Fedoro. — Diversamente ci saremmo fracassati contro quelle montagne che la nebbia c’impediva di scorgere.

— Sì, una disgrazia ed una fortuna ad un tempo.

— Che si rompa ancora l’ala?

— Non lo credo, essendo stata saldata perfettamente, meglio dell’altra volta.

— E anche i piani funzionano come prima?

— Sono diventati più pesanti, ma lo Sparviero ha una forza ascensionale poderosa e non se ne risente. Attenti, amici, passiamo i Crevaux.

— I Crevaux! — esclamò Rokoff. — Un nome francese in mezzo al Tibet.

— Dato a questi monti da Bonvalet, — rispose il capitano. — Quella missione ha battezzati anche parecchi laghi con nomi che ricordano la Francia. —

Lo Sparviero s’inalzava facendo forza d’ala, onde supe-