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i naviganti della meloria 123

— Allora si spengano i fanali.

Le due lampade di sicurezza che erano state collocate a prora furono ritirate e spente.

— Avanti! — comandò padron Vincenzo.

La scialuppa si rimise in caccia dietro ai misteriosi esploratori che fino allora erano sfuggiti a quell’accanito inseguimento.

Il punto luminoso brillava sempre fra le tenebre e pareva che fosse quasi immobile. La sua luce rossastra talvolta si rifletteva sui neri flutti del canale, tracciando come una linea di fuoco tremolante.

Talvolta, momentaneamente spariva, ma poi tornava a scintillare sotto le infinite vôlte del tunnel. Quelle sparizioni dovevano certamente essere causate dalle persone che montavano il galleggiante, le quali nel muoversi si frapponevano fra il fanale e gli sguardi degli inseguitori.

I tre pescatori ed anche il dottore, facevano sforzi sovrumani per guadagnare via. Tendevano i muscoli e puntavano i piedi per arrancare con maggior forza, decisi questa volta a piombare addosso ai fuggiaschi.

Infine avevano bene il diritto di conoscere coloro che avevano carpito il segreto, non essendo ammissibile che avessero trovato il canale per caso o che avessero trovato qualche altro documento del capitano Gottardi. E poi, in questo caso, non avrebbero avuto alcun motivo per fuggire, anzi avrebbero dovuto essere lieti di trovare altri esploratori e di riunire gli sforzi per compiere meglio che era possibile quella perigliosa traversata.

A poco a poco la distanza che separava i fuggiaschi dagli inseguitori scemava.

Pareva però che i primi si fossero accorti della caccia che veniva loro data, poichè la lampada non rimaneva più immobile come prima.

Di tratto in tratto la si vedeva oscillare come se alla barca o alla zattera venissero impressi dei movimenti precipitati e anche il riflesso della fiamma in acqua si vedeva allungarsi ed accorciarsi rapidamente.

Certamente avevano udito i colpi dei remi che la galleria trasmetteva, essendo diventata d’una sonorità straordinaria.

— Cercano di sfuggire — disse padron Vincenzo, che si era voltato per misurare la distanza che li separava da quei misteriosi esploratori.

— Me n’ero già accorto — rispose il dottore.

— Guadagnamo però egualmente — disse Michele. — Ormai non devono distare da noi più di cinque o seicento metri.

— Allora possiamo parlamentare — disse il dottore.

— Provatelo, dottore — rispose padron Vincenzo. — Noi intanto continueremo ad arrancare.

Il signor Bandi s’alzò e facendo colle mani una specie di portavoce, gridò:

— Ohe! Chi siete voi? Fermatevi ed attendeteci! Da noi nulla avete da temere!

Invece di rispondere, la lampada fu subito spenta a bordo dell’imbarcazione.