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186 emilio salgari

— Ho veduto dei datteri di mare incrostati sulle pareti del canale e li raccoglieremo.

— Magra risorsa signore, specialmente per uomini che devono lavorare lungamente.

— Proveremo a pescare; dovete avere indosso la piccola rete.

— Mi serve da cintura.

— La useremo; chissà! Trovandoci ormai noi presso lo sbocco del canale, dei pesci ne prenderemo.

— Ed i nostri compagni, che cosa mangeranno?

— Cercheremo in qualche modo di provvederli. Michele!

— Signore!

— Mettetevi anche voi al lavoro, e badate di non provocare qualche scoscendimento.

— Lavoreremo con prudenza.

Il dottore e padron Vincenzo legarono la zattera alla punta d’un masso, deposero su un altro la corda incatramata e salirono sulla frana.

L’ammasso di rottami era enorme e costituito da blocchi di mole non comune che dovevano mettere a dura prova i muscoli dei lavoranti. Nondimeno il dottore ed il lupo di mare si misero alacremente al lavoro, assalendo la frana verso la cima e facendo rotolare giù i sassi minori.

— Sarà un’impresa terribile, dottore — disse padron Vincenzo. — Vi sono qui parecchie centinaia di tonnellate di pietre e non abbiamo che otto braccia.

— Quattro puoi dire — rispose il signor Bandi. — I nostri compagni essendo privi di luce ben poco potranno fare.

— E durerà la corda incatramata fino alla fine del lavoro?

— Non ne avremo che per un paio d’ore, mio povero amico.

— E poi? — chiese padron Vincenzo con ispavento.

— Faremo quello che potremo. Orsù! Non perdiamo tempo.

Tempo veramente non ne perdevano, perchè anche parlando continuavano a far rotolare giù massi, i quali s’inabissavano nel canale con sordo fragore.

Anche dall’altra parte Michele e Roberto si accanivano contro l’ostacolo per demolirlo perchè di quando in quando si udivano dei tonfi sordi.

La massa dei rottami era però tale, da atterrire anche il dottore, il quale cominciava a dubitare del buon esito dell’impresa.

Per due ore continuarono nondimeno a precipitare nel canale pietre d’ogni dimensione, senza riuscire a trovare la sommità dell’antro, poi si arrestarono. Erano esausti e per colmo di sventura la corda incatramata stava per spegnersi.

— Dottore — disse padron Vincenzo, con angoscia. — La luce viene meno.

— Lo vedo — rispose il signor Bandi.

— Non avete più nulla da bruciare?

— Non ho che dei zolfanelli.

— Che non dureranno che pochi minuti.

— Pur troppo.