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gli australiani 39


farsi mangiare per i begli occhi dell’armatore, nè per i nostri.

— È la paura adunque, che vi fa ribellare?

— Vogliamo andarcene, capitano, disse un chinese, che portava una coda lunga un buon metro. Ne abbiamo abbastanza di questa costa, dove i selvaggi pullulano come le peonie nei nostri giardini.

— Ed io desidero di portare le mie ossa in patria e non lasciarle rosicchiare dagli antropofaghi, disse un altro.

— Ed anche noi vogliamo andarcene, gridarono gli altri.

— Ed io, tuonò Wan-Stael, rizzando la sua alta statura e mostrando le sue mani callose, ho una voglia matta di afferrarvi tutti quindici per le vostre code e di gettarvi nella baia, furfanti!... Ah! Voi avete paura, conigli del Celeste Impero? Eh per mille lampi!... Non vi ho assoldati per condurvi a passeggio attraverso il mondo, signori miei. Wan-Horn, afferra questo pauroso che dice che ne ha abbastanza di questa costa e fallo mettere ai ferri per tre giorni e voi altri al lavoro o parola di marinaio, vi faccio sentire se pesano le mie mani. Ai selvaggi, se avete paura, ci penso io!... andate!...