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I traditori si smascherano. 139

I selvaggi afferrarono i due prigionieri e li trascinarono verso quell’apertura, minacciandoli colle mazze che facevano roteare sopra le loro teste.

Con una spinta li fecero cadere l’uno sull’altro, poi afferrati dei massi enormi, li accumularono dinanzi l’uscita, non lasciando che pochi fori attraverso i quali appena filtrava qualche raggio di luna.

— Canaglie! — urlò Sao-King, il quale era riuscito ad alzarsi, quantunque avesse le braccia legate dietro il dorso.

— Buona notte, — rispose il pirata, sogghignando. — Fra qualche giorno mi direte se sarete disposti a servirmi.

— Crepa, dannato cane!

Nessuno rispose. Il bandito ed i selvaggi si erano già allontanati, scendendo lungo la spaccatura.

Sao-King si era scagliato contro i massi che ostruivano l’apertura, urtandoli poderosamente col robusto dorso ma dovette convincersi della inutilità dei suoi sforzi.

— Tempo sprecato, Sao-King, — disse Ioao, il quale aveva ricuperata la calma prima del chinese.

— Noi troveremo un modo per uscire, — disse il coolie, con voce irata. — Non aspetterò certamente il ritorno dei selvaggi per farmi mettere allo spiedo.

— Sono anch’io della tua opinione, — rispose Ioao. — Qualche cosa bisogna tentare.

— Fra qualche ora l’alba spunterà e vedremo innanzi a tutto dove ci hanno rinchiusi quei birbanti.

— In una caverna, Sao-King.

— Noi non sappiamo ancora se sia vasta o se si tratti d’un semplice cavo.

— E se abbia qualche altra apertura, — disse Ioao. — Non odi questo rombo che viene dal fondo di questo antro?

— Sì, signor Ioao e vi dirò anche che mi aveva dato da pensare fino dal primo momento in cui eravamo entrati. Si direbbe che vi è qualche altra comunicazione col mare.

— Anch’io ho avuto il medesimo pensiero, — disse il giovane peruviano.

— Signor Ioao, sono buoni i vostri denti?

— Perchè mi fai questa domanda?

— Finchè spunta l’alba, cerchiamo di liberare le nostre braccia.

— Che roda le tue corde?

— Sì, e poi io col coltello taglierò le vostre.

— Mi proverò, Sao-King.

Il chinese volse le spalle al giovane e questi, trovate le corde, cominciò a roderle pazientemente, lavoro certamente lungo e difficile, però non impossibile.

Quelle funicelle, fatte con fibre di noci di cocco ritorte, opponevano una resistenza incredibile, tuttavia Ioao non disperava di poter riuscire.