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140 Capitolo Diciannovesimo.

I suoi denti, robusti e acuti, torcevano e tagliavano fibra per fibra, intaccando sempre il medesimo punto.

— Riposatevi un po’, signor Ioao, — diceva di quando in quando il chinese.

— No, Sao-King, — rispondeva il giovane. — Ancora un poco e noi saremo liberi.

Non fu che dopo mezz’ora che la prima corda fu finalmente spezzata, ma sopra i gomiti ve n’era una seconda e non meno robusta.

Ioao si riposò alcuni minuti e assalì anche quella.

Mentre lavorava con crescente accanimento, la caverna a poco a poco si rischiarava.

Attraverso le fessure lasciate dai macigni, cominciavano ad entrare alcuni sprazzi di luce, i quali diventavano, di momento in momento, più vividi.

Il sole doveva essere già comparso sopra l’orizzonte.

— Allarga le braccia, — disse ad un tratto Ioao. — La seconda corda è quasi recisa. —

Sao-King, raccolte le proprie forze, aprì violentemente le braccia, strappando le ultime fibre della funicella.

— Libero!... — esclamò. — Finalmente!... —

Si levò il coltello che fino allora aveva tenuto nascosto sotto la camicia e con pochi colpi tagliò le corde che stringevano il bravo giovane.

Il loro primo pensiero fu quello di esaminare la loro prigione.

La luce ormai entrava a fiotti attraverso le fessure, riflettendosi sulle pareti dell’antro, incrostate di cristalli d’origine vulcanica.

Era una caverna assai spaziosa, di forma circolare, terminante a cupola, priva di stalattiti e di stalagmiti, essendo perfettamente asciutta.

Di fronte all’entrata s’apriva uno stretto passaggio, una specie di galleria incrostata di vecchie lave ed era precisamente da quella parte che provenivano i rombi.

— Dove metterà quel passaggio? — si chiese Sao-King.

— Questo fracasso da che cosa credi che sia prodotto? — domandò Ioao.

— Da onde che s’infrangono, — rispose il chinese. — Non possiamo ingannarci.

— Che sbocchi sulla spiaggia?

— Hum! Suppongo che il pirata non sarà stato così sciocco da lasciarci aperta una porta.

Quel briccone avrà esplorata questa caverna prima di rinchiuderci noi.

— Dove metterà adunque!

— Non lo so, ma fra poco sapremo se potremo uscire per di là.

— E se provassimo a far crollare questi massi che chiudono l’uscita?