Pagina:Salgari - I solitari dell'Oceano.djvu/31

Da Wikisource.

Le stragi della peste. 25

Il gigante alzò le spalle e gli volse il dorso, riprendendo la sua passeggiata.

Intanto l’Alcione, favorito da brezze costanti, continuava la sua corsa verso il sud-est, accostandosi rapidamente alle coste della Nuova Caledonia.

Il mare si manteneva buono, quantunque già due volte delle nubi assai minacciose fossero comparse verso il nord, indicando un mutamento di tempo più o meno prossimo.

Cosa del resto che non inquietava affatto l’equipaggio, abituato alle terribili bufere dell’Oceano Pacifico.

Il 20 aprile l’Alcione avvistava il capo settentrionale della Nuova Caledonia e piegava leggermente verso l’ovest, onde non dar di cozzo contro i numerosi banchi coralliferi che si estendono dinanzi a quelle spiagge.

La Nuova Caledonia, non era in quell’epoca la fiorente colonia francese di oggi.

Era si può dire, ancora selvaggia, malissimo conosciuta e abitata da tribù ferocissime, dedite all’antropofagia.

Quest’isola è una delle più notevoli che s’incontrano nel mare che bagna le coste orientali dell’Australia, avendo una lunghezza di settanta leghe su una larghezza massima di quattordici.

Dal ponte dell’Alcione si potevano distinguere nettamente le montagne che la percorrono in tutta la sua lunghezza, brulle verso la cima, ma verdeggianti alla base, con isolette ricche di alberi del pane, di cocchi, di banani, di fichi, d’aranci e di cavoli palmisti.

— Teniamoci lontani da questa terra, — disse il bosmano al timoniere, un pezzo di giovanotto che poteva dare dei punti al capitano Carvadho. — Si corre il pericolo di finire allo spiedo.

— Tanto più che i salti di vento sono repentini in questi paraggi, è vero vecchio bosmano? — chiese il timoniere.

— E che i banchi coralliferi sono traditori, — aggiunse Francisco.

— Là, guarda! Vi sono dei curiosi che lasciano la baia di Nhu e che corrono dietro a noi.

– Fortunatamente sono pochi e la nostra nave fila come l’uccello di cui porta il nome. —

Da una profonda insenatura erano improvvisamente comparse due grosse imbarcazioni formate ciascuna da due piroghe unite con un solido ponte cinto da balaustrata e fornite di due grandi vele triangolari.

Parecchi selvaggi le montavano e pareva che avessero intenzione di dare la caccia alla nave.

Il capitano, avvertito, era subito salito in coperta.

— Vi farò mangiare dai pesci-cani se vorrete seguirmi, — disse.

La minaccia rimase però senza effetto in causa della rapidità dell’Alcione.