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40 Capitolo Sesto.

Mentre i marinai, sdraiati sul castello di prora, facevano tuonare i moschetti, Francisco si era spinto verso la murata proviera dove stava sdraiato il signor de Ferreira, vegliato dal giovane Ioao.

Alcuni marinai, più umani del capitano avevano accumulato dinanzi al ferito alcune casse onde fargli un riparo contro le palle dei chinesi.

Il signor de Ferreira alla prima cannonata era tornato in sè.

Il colpo di puntale lo aveva ferito al cranio, producendogli una laceratura lunga parecchi centimetri senza aver offeso la scatola ossea.

L’urto però era stato così violento da farlo svenire e la perdita di sangue così copiosa da renderlo estremamente debole.

Suo fratello gli aveva bagnata la ferita e gliela aveva fasciata aiutato da un marinaio.

Vedendo il bosmano, il commissario aveva cercato di alzarsi, senza però riuscirvi.

— Non muovetevi, signor commissario — disse il vecchio lupo di mare. — Come state?

— Sono ancora molto debole.

— Hai perduto molto sangue, fratello, — disse Ioao. — Sei stata la prima vittima dei chinesi mentre invece tu cercavi di difenderli.

— Era un colpo più destinato al capitano che a me.

— È vero, fratello, perchè Sao-King aveva gridato di risparmiarti. Chi vi manda, Francisco?

— Il capitano.

Il signor de Ferreira aggrottò la fronte.

— Che cosa vuole da me?

— Che cercate, se le forze ve lo permettono, di calmare i chinesi.

— È troppo tardi, Francisco. Più nessuno frenerà quegli uomini. Se il fuoco non è riuscito a ricacciarli nel frapponte, la mia parola non farebbe altro che irritarli maggiormente, giacchè, eccettuato Sao-King, tutti mi considereranno come un loro nemico. E poi non ho le forze bastanti per simile impresa.

— E anche se tu potessi alzarti ti consiglierei di non fare alcun passo per levare d’impiccio quel bruto — disse Ioao. — È stato lui, coi suoi mali trattamenti a spingere quei disgraziati alla rivolta.

— È vero, signori — disse il bosmano crollando la testa. — Se avesse badato ai miei consigli non saremmo giunti a questo punto.

— Si difendono i chinesi? — chiese Cyrillo.

— Ferocemente.

— Vi è pericolo che abbiano il sopravvento?