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78 Capitolo Decimo.

Anche oggidì è uno dei più considerevoli ed uno dei più popolati e la civiltà vi ha fatto pochi progressi in causa del carattere violento e battagliero dei suoi abitanti.

Esso si divide in tre gruppi distinti, chiamati quello di Tonga al sud, di Hapai nel centro e di Vavau a tramontana.

Dire il numero di quelle isole è quasi impossibile. Ve ne sono moltissime e di tutte le dimensioni, ma le più considerevoli sono quelle di Tonga, di Vavau, di Hapai, di Ena, di Amargura, di Lafura e di Namuca. Sono tutte di natura corallifera, però qualcuna è vulcanica, anzi Tafua Lao, che è la più alta, ha il suo picco centrale coronato da un vulcano fiammeggiante.

Quelle isole sono d’una fertilità meravigliosa e vengono giustamente annoverate fra le più ricche dell’Oceano Pacifico, quantunque siano prive di sorgenti e perfino di ruscelli.

Nondimeno l’acqua abbonda egualmente nel sottosuolo e basta scavare un po’ la terra per scoprire degli ampi stagni sullo strato corallifero impenetrabile.

La flora di queste terre è quindi egualmente opulenta ed i boschi le coprono dalle rive del mare ai picchi dell’interno.

Hanno i preziosi alberi del sandalo, dei moscali, poco aromatici però, canne da zucchero, mori papiriferi, noci di cocco, banani superbi, casoarine e fichi colossali alti quaranta e più metri, invece sono scarse di selvaggina come tutte le isole della Polinesia, non avendo che volatili, cani, porci e topi.

I loro abitanti per bellezza, per intelligenza e per industria, tengono il primo posto nella famiglia polinesiaca, eppure sono stati annoverati fra i più feroci ed i più crudeli ed in tutti i tempi hanno dato molto da fare agli equipaggi sbarcati sulle loro spiagge.

Abele Tasman, lo scopritore dell’Australia, fu il primo a visitare le Tonga nel 1643 e le chiamò Amsterdam.

Sembra che in quella lontana epoca, gli abitanti fossero meno sanguinari, perchè il celebre navigatore ebbe buona accoglienza. Non si lagnò che della somma abilità di questi isolani nel furto.

Dopo Tasman, per lungo tempo l’arcipelago rimase abbandonato, non essendo stato più visitato.

Nel 1773 l’illustre Cook però approda a Eoa, festeggiato da quegli isolani, poi a Hiso, quindi a Rotterdam dove ebbe dei contrasti con quegli abitanti per punirli di alcuni furti.

Nel 1777 Cook vi faceva una nuova visita toccando ancora Rotterdam, poi Mausa.

Nel 1781 è la volta di Manuello, navigatore spagnolo e anche questi ebbe festosa accoglienza, e così pure La Perouse.

Dieci anni dopo Wilson, capitano del Duff vi sbarcava dieci missionari mettendoli sotto la protezione d’un sacerdote indigeno, ma poco dopo venivano assaliti e costretti a fuggire meno tre che erano stati uccisi e... mangiati!

Da quell’epoca ecco i tonghesi aumentare improvvisamente la