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Gli antopofagi. 93

Il selvaggio fece un gesto di stupore, poi riprese con un sorriso che mise in mostra i suoi denti acuti come quelli d’una tigre.

— Siete venuti a portare del ferro?

— Sì, — rispose Sao-King.

— Un uomo che comandava a tanti uomini bianchi che montava una grande piroga simile alla vostra, ne aveva promesso molto per fabbricare punte di frecce e di lance.

— Io sono quello, — disse Sao-King, senza esitare, quantunque non avesse mai promesso nulla. — Sali sul nostro vascello e te ne faremo vedere tanto e ti daremo anche da mangiare.

Il capo della piroga interrogò i suoi compagni in una lingua sconosciuta, poi riprese:

— Non mi mangerete?

— Gli uomini bianchi non hanno mai mangiata carne umana, — rispose Sao-King. — Noi invece ti daremo dei regali. —

Il selvaggio rassicurato da quelle parole ed incoraggiato da quelle promesse, s’aggrappò alla fune e con un’agilità da quadrumane si issò fino sul coronamento di poppa.

Quell’isolano era il più alto ed il più nerboruto di tutti quelli che montavano la piroga.

Numerosi tatuaggi gli coprivano buona parte del petto, disposti in varie linee ed aveva il naso traforato da una spina di pesce lunga una diecina di centimetri.

Si fermò un momento sulla murata, guardando con stupore il ponte della nave ed i compagni di Sao-King, poi saltò leggermente sul cassero.

Suo primo atto fu quello d’accostarsi al cannone, dicendo:

— Bum! Io conosco questi grossi fulmini.

— Dove ne hai veduti di eguali? — chiese Sao-King.

— Su di una nave naufragata, molti anni or sono, sulle coste meridionali di Vavau.

— Ed i suoi marinai si sono salvati? —

Il selvaggio lo guardò sospettosamente, poi fece un movimento colle mascelle molto significativo.

— Sono stati mangiati, — disse l’argentino, mentre un brivido gli correva per le ossa. — Questo briccone s’è spiegato abbastanza.

— Domandiamogli se vi sono degli uomini bianchi su queste isole, — disse Cyrillo. — Forse sapremo chi sono i nostri misteriosi nemici.

Sao-King interrogò il selvaggio.

— Degli uomini bianchi! — esclamò il capo. — Sì, ve ne sono alcuni.

— Dove? — chiese ansiosamente il chinese.

— A Vavau.

— Quanti?

— Non lo so.

— Quando sono giunti?