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166 Capitolo XIV.


— Tutta, signore.

— Fuggire al largo non mi pare che sia cosa prudente. Fate il possibile, signor Ranzoff, di raggiungere quell’isolotto.

— Mi proverò, signor Boris.

Lo Sparviero faceva sforzi prodigiosi per guadagnare via, ma quando le raffiche si scatenavano, le ali e le eliche si trovavano impotenti a tener testa a quegli urti formidabili e la macchina volante veniva respinta al largo.

Il fuso di quando in quando subiva dei soprassalti spaventevoli e si piegava pericolosamente ora a babordo ed ora a tribordo. Era un vero miracolo se gli uomini che lo montavano non venivano sbalzati fra le onde furiose.

L’Inaccessibile giganteggiava fra la tempesta come un titano, a destra dello Sparviero, mentre a sinistra s’alzava Nichtingale.

Entrambi, specialmente il primo, avevano le vette avvolte da enormi nuvole nere, che di quando in quando si illuminavano sinistramente sotto la luce dei lampi.

Verso il nord si delineava confusamente Tristano, anche quella coperta da una specie di nebbia, la quale rendeva invisibili le piccole case di pietra dei suoi abitanti. Il tuono rumoreggiava in lontananza, mescendo i suoi fragori a quelli dell’Atlantico infuriato.

Lo Sparviero, quantunque di tratto in tratto venisse respinto, lottava coraggiosamente contro le poderose raffiche che lo investivano. Appena subentrava un po’ di calma, si slanciava innanzi a tutta velocità per riconquistare la via perduta, senza però grandi successi.

Era riuscito nondimeno a superare l’Inaccessibile e si sforzava a raggiungere Nichtingale, quando un williwans, ossia un colpo di vento d’una forza inaudita, lo investì, respingendolo verso l’immenso scoglio che gli stava a poppa.

Il capitano aveva mandato un grido:

— Ursoff!... Vira!... —

Il timoniere si era appoggiato, con tutto il suo peso, sulla barra. Wassili e Rokoff si erano slanciati in suo aiuto, quando il timone urtò contro le rocce, spezzandosi di colpo.

Quasi nel medesimo tempo lo Sparviero a sua volta urtò colla poppa e con tale violenza da rovesciarsi sul tribordo.

I tre uomini, in meno che lo si dica furono scaraventati sopra il bordo e rotolarono confusamente giù pel pendìo dell’Inaccessibile, cadendo in mare.