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234 Capitolo II.


L’Orulgan per ora non prenderà il largo, quindi voi non avrete più nulla da fare e forse per lungo tempo.

— Purchè io navighi, non chiedo altro, — rispose il comandante.

— Appena il Re dell’Aria avrà dato segno di non aver voluto fare uno scherzo, noi andremo a cercarlo.

— Quel segno, signor barone, può costarvi una nave che vale qualche milione.

— Non sarà la rovina della Compagnia Teriosky, — disse il baronetto. — D’altronde l’Ammiragliato vuole, prima di muovere l’incrociatore, aver una prova che quel signor Re dell’Aria non ha voluto farci una pessima burla.

— E non avete alcun sospetto chi possa essere quel terribile nemico?

La fronte del baronetto s’aggrottò.

— Forse... — disse poi, — ma sono segreti che appartengono alla mia famiglia e che io non posso svelare.

Signor Orloff, quando riceverete un mio dispaccio, partirete senza indugio per Cronstad.

Per ora aspettiamo che il Re dell’Aria ci dia sue notizie. —

Si lasciarono, l’uno per ritornare a bordo dell’Orulgan e l’altro a Cronstad, dove allora si trovava il grosso della squadra russa e dove si stava allestendo il potente incrociatore che l’Ammiragliato intendeva mettere a disposizione della Compagnia transatlantica.

Purtroppo il misterioso Re dell’Aria non tardò a farsi vivo, come aveva già sospettato il capitano dell’Orulgan.

Erano appena trascorsi sette giorni da che era scaduto il tempo fissato per la consegna della fanciulla a Tristan de Cunha, quando un dispaccio spedito da Halifax avvertiva il direttore della Compagnia che uno dei più grossi transatlantici aveva ricevuto la visita del Re dell’Aria.

La misteriosa macchina volante lo aveva assalito a centotrenta miglia dalle coste meridionali di Terranuova e, dopo d’aver intimato all’equipaggio di salvarsi nelle scialuppe, l’aveva fatto saltare, lasciando cadere su esso due bombe d’una potenza terribile.

La nave, manco a dirlo, completamente sgangherata, era andata a picco in meno di cinque minuti insieme al suo carico, causando alla Compagnia una perdita di un milione e mezzo e di tre alle Compagnie di assicurazione.

La sera istessa, mentre i marinai di tutti i transatlantici che si tro-