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Un combattimento terribile 275


— Può passare una nave e raccogliervi, prima che quell’uragano giunga a sorprendervi. Questo banco non è già lontano dalle vie battute dai transatlantici.

Non credo poi che quel signor Re dell’Aria sia un furfante nel pieno senso della parola, può darsi che sia semplicemente un vendicatore.

— Voi forse ne sapete qualche cosa, — disse Orloff.

— Anche questo può essere, — rispose evasivamente il baronetto.

Trasse l’orologio e guardò l’ora.

— Sono già trascorsi sei minuti, — continuò. — Mettete in mare la piccola lancia a vapore. Non ho alcun timore di fare la conoscenza del Re dell’Aria.

— E se vi tenesse prigioniero? — insistette il sotto-capitano di vascello.

— In tale caso farò il possibile per indurre quel signore, in nome dell’umanità, ad avvertire la prima nave che può incontrare, di accorrere in vostro aiuto.

Se ci ha risparmiati mentre avrebbe potuto facilmente, continuando la pioggia di bombe, affondarci prima di giungere qui, vuol dire che non avrà alcuna intenzione di farvi morire di stenti su questo banco.

Abbiate piena fiducia di me. —

Un fischio acuto lo avvertì che la piccola lancia a vapore era stata già messa in acqua e che la macchina era sotto pressione.

Strinse la mano ai suoi ufficiali, rispose al saluto dei quattrocento marinai schierati sui ponti e scese nella scialuppa, lanciandola a tutto vapore verso il settentrione.

Anche la macchina volante si era messa in moto, volando rapidamente in quella direzione. Si manteneva ad un’altezza di appena cinquecento metri ed accennava a scendere lentamente verso l’oceano.

Il baronetto continuò la sua marcia finchè vide apparire sull’asta del fuso altre bandiere le quali segnalavano:

— Fermate!... —

Diede subito il contro-vapore e la scialuppa, dopo un ultimo slancio, si arrestò, lasciandosi cullare dalle onde.

La macchina volante scendeva rapida. Cadde appena a quindici passi dalla lancia, tenendo le sue immense ali perfettamente diritte e posando sulle acque i suoi piani orizzontali i quali servivano magnificamente da bilancieri e tuffando la sua chiglia scintillante.

L’uccellaccio si era coricato come un gigantesco albatros che desidera prendere un breve riposo.