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282 Capitolo V.


di preferenza dalle navi che vanno dall’uno all’altro continente e viceversa, erano più che sicuri di incontrarne ben presto una.

Nondimeno lo Sparviero dovette percorrere ben trecentoventi miglia prima di scorgere un transatlantico.

Batteva bandiera francese e sembrava che provenisse da Boston, che era il porto più vicino ed anche il più importante.

Vedendo la terribile macchina volante, ormai troppo nota in America come in Europa, la nave aveva dapprima cercato di fuggire, forzando le macchine, ma accortasi che ogni sforzo sarebbe riuscito inutile, dopo la prima intimazione, segnalata da bandiere, si era fermata.

— Volete affondarci? — aveva fatto domandare il capitano del transatlantico, mentre una folla di emigranti, impazzita dallo spavento, invadeva la coperta, urlando.

Con stupore di tutti lo Sparviero segnalò invece null’altro di quanto già sappiamo, ossia che sul banco di Munn’s Riff era naufragato un incrociatore russo e che quattrocento uomini si trovavano in grave pericolo.

Lo invitava perciò a cambiare immediatamente rotta e portarsi in soccorso dei naufraghi.

Aveva però Ranzoff fatto un’aggiunta minacciosa:

— Badate che noi vi sorveglieremo e che se non vi recherete al banco vi affonderemo tutti.

Siete avvertiti!... —

E per far capire al capitano che non ischerzava, lo Sparviero seguì a distanza il piroscafo, il quale si era ben guardato di disobbedire a quell’ordine.

Verso il tramonto il Tunguska era in vista. Giaceva sempre semicoricato sul tribordo e non pareva che avesse sofferto dai colpi di mare che l’Atlantico avventava senza posa su quel basso fondo.

Lo Sparviero assistette, da una grande altezza, all’imbarco dei naufraghi, come per far comprendere al capitano del transatlantico che era pronto ad effettuare la sua minaccia, poi, con una superba volata, passò sopra il banco e scomparve verso il sud.

— Dove vuoi condurci ora, amico? — chiese Wassili a Ranzoff, il quale stava osservando attentamente una carta dell’Atlantico meridionale.

— A cercare i milioni necessari per pagare i piroscafi che noi abbiamo affondati al tuo bel cugino, — rispose il capitano, senza alzare la testa.