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Lo Sparviero 69


— Non correremo il pericolo di fare un capitombolo?

— Io ho attraversato sullo Sparviero, in compagnia di quel capitano dei cosacchi e di quel ricco negoziante di the di Odessa, tutta l’Asia, dalla Siberia alla foce del Gange e mai abbiamo fatta una caduta, quantunque attraverso il Tibet ci síano toccate delle avventure emozionanti. Noi fileremo a grande velocità verso l’Europa e fra cinque o sei giorni saluteremo le acque della Neva.

— Che motore possiede dunque quella macchina?

— Un motore d’una potenza ancora sconosciuta, d’una economia straordinaria, poiché la sua forza viene fornita esclusivamente dall’aria liquida, una materia che si trova dovunque, come puoi ben comprendere.

— Ho udito infatti a parlare delle meraviglie dell’aria liquida, — disse Boris.

— Vedrai come quel genio di Ranzoff ha saputo applicarla al suo motore. Siamo abbastanza lontani e la cannoniera non si scorge più. Possiamo fare il segnale.

Levò dal fondo della scialuppa una piccola lastra di alluminio e trasse un involto coperto da una tela cerata.

— Che cos’è? — chiese Boris.

— Un semplice razzo, — rispose Wassili.

Lo levò dalla tela, si assicurò prima che non fosse umido, poi accese uno zolfanello e vi diede fuoco, facendolo salire altissimo, verso il cielo tenebroso.

Scoppiò a due o trecento metri sopra la scialuppa, che in quel momento si era fermata, con una detonazione secca, lasciando cadere una pioggia di scintille azzurrastre, del più splendido effetto.

Un momento dopo fra le nubi appariva un getto di luce pure azzurrastra.

— Hanno risposto: vengono, — disse Wassili.

Poi, volgendosi ai marinai, che pareva aspettassero qualche suo ordine, aggiunse:

— Preparate i paranchi: fra pochi minuti saremo sullo Sparviero.

Una massa nera scendeva dal cielo, agitando rapidamente due immense ali e portando, lungo i suoi fianchi, disposti in senso orizzontale, due traverse di dimensioni gigantesche.

Pareva un enorme uccellaccio, d’una struttura nuova, scendente sul mare.

— È meraviglioso!... — mormorava Boris, che non staccava un solo