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70 Capitolo VI.


istante i suoi sguardi dallo Sparviero, il quale ingrandiva a vista d’occhio. — Quel Ranzoff è riuscito dunque a strappare ai volatili il segreto della loro vertiginosa direzione?

— Non ti stupire così presto, — disse Wassili. — Vedrai ben altre meraviglie, quando noi fileremo attraverso la Siberia colla velocità dei condor e delle aquile.

Pronti, amici: agganciate forte la scialuppa. —

La macchina volante era discesa sul mare e s’avanzava verso la scialuppa sfiorando quasi le onde.

Giunta a dieci o dodici metri si fermò quasi di colpo, lasciando cadere le sue enormi ali e le traverse e si coricò dolcemente sull’acqua, lasciandosi dondolare dai piccoli cavalloni che s’avanzavano attraverso lo stretto di Tartaria.

Sembrava un piccolo vascello in riposo, in attesa d’un colpo di vento favorevole per riprendere la corsa, avendo la sua parte principale o meglio vitale, la forma d’un lunghissimo fuso arrotondato nella sua parte inferiore e perciò in grado di reggersi benissimo anche sull’acqua.

La baleniera si era spinta rapidamente innanzi, abbordando lo Sparviero a prora e assicurando i paranchi a dei robusti anelli.

— Sali, fratello, — disse Wassili, che sembrava lieto della sorpresa che aveva invaso il comandante. — Ti troverai sicuro come se tu fossi ancora sulla Pobieda.

Supponi che sia una corazzata volante di dimensioni più modeste, ma non meno formidabilmente armata e infinitamente più veloce. —

Un uomo, che teneva in mano una lampada a magnesio, che mandava un intenso sprazzo di luce, era comparso sul castelletto di prora della macchina volante, dicendo:

— Buona sera, signor Wassili, o meglio buon giorno, poichè è già molto tardi. La vostra missione è riuscita bene?

— Vi conduco mio fratello.

— Che sarò ben felice di salutare, signor Wassili.

L’uomo che così parlava era un bel tipo, di statura alta e di forme eleganti, colla pelle leggiermente abbronzata, con due occhi nerissimi e pieni di splendore e una barbetta pure nera pettinata con gran cura e tagliata all’americana.

Era vestito tutto di pesante flanella bianca, con una larga fascia rossa che gli stringeva i fianchi e calzava alti stivali di pelle nera.

— Il signor Boris, l’ex comandante della Pobieda — disse sten-