Pagina:Salgari - Il Re dell'Aria.djvu/88

Da Wikisource.
86 Capitolo VII.


— Quella donna possiede un sangue freddo ed un coraggio meraviglioso, — disse Boris. — Non può essere che la moglie o la figlia d’un mujik.

— Siamo pronti? — chiese il capitano.

— Pronti, — risposero Boris e Wassili, abbassando i Mauser.

La slitta era passata e fuggiva precipitosamente, tutta avvolta in una nuvola di nevischio, trascinata in una corsa furiosa.

— Fuoco! —

Tre spari si mescolarono agli ululati lugubri e spaventevoli dei lupi e allo scalpitìo dei cavalli.

Tre lupi della fila di destra stramazzarono fulminati, poichè i due russi ed il polacco erano tiratori veramente meravigliosi.

Le belve delle pianure siberiane, udendo quegli spari che rintronarono in alto, si erano fermate di colpo, guardando quel gigantesco mostro che volteggiava sopra di loro.

La loro sorpresa non ebbe però che la durata d’un lampo: la fame, che tenagliava i loro stomachi, vinse subito il loro terrore e ripresero la corsa velocissima, ululando a squarciagola e riprendendo la caccia.

La slitta aveva nel frattempo guadagnato qualche centinaio di metri. Due grida, una d’uomo ed una di donna si erano alzate, giungendo distintamente fino agli orecchi dei navigatori aerei.

— Aiuto! —

Ranzoff strappò dalla murata un portavoce d’alluminio e, imboccatolo, rispose subito:

— Non temete, signora! Ci incarichiamo noi di sbarazzarvi dei lupi. —

Poi i tre uomini ricominciarono il fuoco, un fuoco terribile che non cessava un istante, poichè altri Mauser erano stati portati in coperta ed i marinai li tenevano sempre carichi a disposizione dei tre abilissimi cacciatori.

I lupi cadevano in gran numero, tuttavia i superstiti non cessavano l’inseguimento e non si fermavano nemmeno per divorare i morti od i feriti come fanno di solito.

Resi feroci per le perdite che subivano, impotenti ad assalire lo Sparviero, pareva che avessero giurato fra di loro di vendicarsi almeno sull’uomo e sulla donna che montavano la slitta.

Con uno sforzo supremo l’avevano nuovamente quasi raggiunta, mentre i cavalli, che forse galoppavano da parecchie ore, davano segni visibili di stanchezza.