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Pagina:Salgari - Il Re dell'Aria.djvu/94

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92 Capitolo VIII.


quillamente, seduti dinanzi a due monumentali tazze di birra già semi-vuote.

Uno era un bel giovane di poco più di trent’anni, bianco e roseo come una fanciulla, cogli occhi azzurrognoli, i baffi biondi, la fronte alta e spaziosa. L’altro invece aveva l’aspetto d’un vero orso. Faccia larga ed un po’ piatta, naso grosso e rosso come quello dei grandi bevitori, mascelle assai sporgenti, occhi neri e vivissimi, pelle brunastra e barba e capelli d’un rosso infuocato.

Mentre il suo compagno aveva l’aspetto un po’ effemminato ed una statura appena superiore alla media, il secondo aveva un torso da bisonte, un petto da orso grigio, membra massicce e perfino le mani villose, quasi come quelle d’una scimmia.

— È molto tempo che non ci vediamo, è vero, cari amici? — disse il capitano dello Sparviero, avvicinandosi rapidamente al tavolo.

I due uomini erano balzati rapidamente in piedi esclamando:

— Il signor Ranzoff!...

— E questo signore lo conoscete? — chiese sottovoce il capitano, indicando Wassili.

— Sì, — rispose l’uomo tozzo e rosso, sorridendo. — È quel misterioso personaggio che noi abbiamo veduto dopo la famosa pesca delle trote nel deserto di Gobi.

È il signor...

— Zitto! — disse il capitano, con voce imperiosa. — Vi sono troppi orecchi qui. —

Poi, indicando l’ex-comandante della Pobieda, aggiunse:

— E questo è suo fratello Boris. —

I due russi e i due personaggi che stavano dinanzi al tavolino si strinsero cordialmente la mano, osservandosi nel medesimo tempo con vivissima curiosità.

— Usciamo, — disse Ranzoff a voce alta. — Qui è troppo caldo e vi è troppo fumo. —

L’uomo rosso gettò sul tavolino un rublo e tutti cinque lasciarono il salone, che andava sempre più affollandosi di nottambuli.

Al di fuori la nebbia era scesa così fitta da intercettare quasi completamente la luce delle lampade elettriche e da rendere quasi invisibili i fanali a gaz.

Coll’umidità scendevano fiocchi di neve, che un vento freddissimo del settentrione travolgeva.

Slitte, troike ed egoiste fuggivano rapidissime, avvolte in un pul-