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28 emilio salgari

— È feroce dunque lo sciàh?

— Mehemet è il più spietato dei re persiani.

— Ma il re non vedrà Harum saltare in aria. Glielo strapperemo di mano, Irak.

— Lo spero.

— Dove sono gli altri montanari?

— In un tsciaparkhanck1 condotto da un montanaro fedele.

— I curdi della pianura sono avvertiti?

— Fino da ieri e saranno qui all’ora esatta.

— Per quando è fissata l’esecuzione?

— Per questa sera, un’ora prima del tramonto.

— Andiamo a trovare gli amici, Irak.

I montanari volsero i cavalli, lasciarono la piazza e presero una stretta via che s’internava fra spaziosi giardini, perdendosi verso i bastioni della città. Dopo d’aver percorso un buon chilometro, si fermarono dinanzi ad una vecchia casa isolata, che sorgeva in un luogo deserto, incassata fra due alte muraglie merlate che pareva dovessero cingere degli spaziosi cortili.

Scesero dai cavalli, lasciandoli in custodia ad un giovane persiano che era subito accorso, ed entrarono in una vasta stanza, colle pareti screpolate, le vôlte fumose, il pavimento coperto da vecchi tappeti di feltro sbrindellato.

Una dozzina di uomini d’aspetto poco rassicurante, coi lineamenti duri e fieri, col capo coperto da immensi turbanti, il corpo da lunghe zimarre strette ai fianchi da larghe fasce riboccanti di pistoloni, di kâme (specie di pugnali colla lama larga) ed i piedi calzati di scarpe rosse colla punta assai rialzata, stavano seduti sui tappeti, colle gambe incrociate alla moda dei turchi. Alcuni fumavano silenziosamente i loro nargul, immense pipe formate d’un vaso di cristallo dorato o di metallo, pieno per metà d’acqua profumata e sormontato da una ciotola contenente un tabacco assai forte chiamato tumbak e dalla quale parte una cannuccia di cuoio; altri erano occupati nell’annerirsi la barba, operazione importante presso i persiani, che hanno una cura

  1. Specie di scuderie dove si cambiano i cavalli. Di solito vi è unita una trattoria.