Pagina:Salgari - Il re della montagna.djvu/31

Da Wikisource.

il re della montagna 31

— Preferirei pugnare senza di loro, Irak.

— Siamo valorosi sì, ma pochi, Nadir, e le guardie del re ci schiaccerebbero facilmente. Affrettiamoci, chè odo i tamburelli delle guardie a rullare.

Aprendosi il passo tra la folla a colpi di spalla, in pochi istanti giunsero sulla piazza di Meidam, che cominciava allora a popolarsi.

Le guardie dello sciàh avevano ormai circondato il palco, sul quale ergevasi il lungo cannone. Quattro file di soldati, col fucile in mano ed i kandiar fra i denti, per essere più pronti a servirsene, lo cingevano da ogni lato. Parecchi ghoulam (guardie a cavallo) caracollavano dinanzi al palazzo reale, mentre una dozzina di cammelli, portanti sul dorso dei piccoli cannoni, stavano inginocchiati agli angoli della piazza, guardati da alcuni drappelli di zembourekti (artiglieri del corpo dei cammelli) che parevano pronti a spazzare la folla con scariche di mitraglia.

Nel vedere tutti quei soldati, una profonda ruga si disegnò sulla fronte di Nadir, ma subito scomparve, scorgendo dietro di loro i montanari che l’avevano preceduto passando per certe scorciatoie ed una turba immensa di curdi.

— Lo salveremo egualmente — mormorò. — I nostri kandjar pareggeranno il numero.

Aveva appena pronunciato quelle parole che si udirono rullare i tamburelli. Tosto fra le file dei curdi si operò un movimento girante, tendente ad avviluppare le donne, sicuri che là vi era da fare maggiore preda. Nadir e Irak, trascinati dalla massa, si trovarono a pochi passi dal patibolo, dietro le file dei montanari.

— Attenti — mormorò il giovane capo all’orecchio del montanaro.

Un fremito parve agitasse la folla, e qua e là luccicarono i kâmâ, i kandjar e le scimitarre.

I tamburelli rullavano con maggior forza e andavano sempre più avvicinandosi. Un gran urlo scoppiò poco dopo da un angolo all’altro della piazza.

— Harum!... Harum!... — gridavano tutti.

La folla cominciò a tumultuare e ad ondeggiare, come un mare che la tempesta sconvolge. Era un alzar di braccia e di villosi kolà, un alzarsi di persone che si arrampicavano sulle spalle dei vicini, e uno spezzarsi e stringersi di linee di curdi che si preparavano ad