Pagina:Salgari - Il re della prateria.djvu/222

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216 parte ii. — la grande prateria degli apaches.

— I miei fratelli bianchi scendano e accettino l’ospitalità degli Apachi, — disse il capo.

Sanchez, il marchese e gli arrieros balzarono a terra lasciando i loro fucili appesi alle selle, per dimostrare che non avevano intenzioni ostili, ed entrarono nella tenda del gran consiglio.

Era questa più vasta delle altre, di forma conica, composta di pelli di bisonte cucite ed adorne di pitture rosse ed azzurre. Sulla cima sventolava una specie di bandiera, il totem o stendardo della tribù.

All’intorno stavano seduti sui talloni i capi minori, i sotto-capi ed i più vecchi guerrieri, che erano coperti di cicatrici riportate senza dubbio in guerra. Erano gravi, silenziosi e si studiavano di non tradire nè la loro curiosità, nè i loro pensieri. Il Saltatore fece sedere i visi-pallidi su di una pelle di bisonte che era stesa nel centro della tenda, si accovacciò di fronte a loro, e dopo d’aver ripetuto il saluto, il tradizionale A hu! comandò si portasse il calumet.