Pagina:Salgari - Il re della prateria.djvu/30

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24 parte i. — l’albatros.

— Udite nulla? — chiese il francese al capo.

— Assolutamente nulla, — rispose l’interrogato. — Il luogo mi sembra deserto.

— Agiremo adunque. —

Si avvicinò al giovane schiavo che si era aggomitolato sotto un banco e che batteva i denti pel terrore, e fattolo alzare gli disse:

— Se parli, ti darò una manciata di reis; se ti ostinerai a tacere, ti farò gettare nel fiume. Mi hai capito?

— Sì, massa – borbottò lo schiavo.

— Cosa facevi sotto quel cespuglio?

— Attendevo il padroncino.

— Quale?

— Il marchesino Almeida. —

Un lampo di gioia balenò negli occhi del francese.

— Dov’è andato? — chiese.

— Alla caccia d’un giaguaro, che è apparso sui confini della piantagione.

— È solo?

— Lo accompagna un servo.

— Quando tornerà?

— Non lo so.

— Forse all’alba?

— È probabile, massa.

— È a piedi o a cavallo?

— Sono partiti a cavallo, poichè la via è lunga.

— Sapresti indicarmi la via che terranno nel ritorno? —

Il giovane schiavo esitò a rispondere.

— Parla, — gli disse il signor di Chivry con accento minaccioso. — Lo voglio!...

— Conosco il sentiero, — rispose il negro.

— E percorreranno quello?

— Non ve ne sono altri.

— Devi condurmi su quel sentiero.

— Ma perchè?

— Ciò non ti riguarda.

— Se volete parlargli, potete attenderlo alla fazenda.