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consumo che ne fanno le tribù indiane e specialmente i Tehulls, o Patagoni, se così meglio volete chiamarli.
— Ma come li consumano?
— Mangiandoli.
— Ah! I ghiottoni!
— Se i cavalli non abbondassero, la razza indiana a quest’ora si sarebbe spenta, poichè la selvaggina non sarebbe stata sufficiente a nutrirli tutti.
— Ma pure non sono molti secoli che gli spagnoli hanno introdotto i cavalli. Cosa mangiavano adunque prima?
— Si dice che mangiassero degli altri cavalli di una razza differente. Infatti si sono trovate moltissime ossa somiglianti a quelle dei nostri.
— E come si chiamavano quegli animali?
— Gli scienziati hanno dato il nome di equus cervideus.
— E sono scomparsi ora?
— Pare di sì, poichè non se ne sono più trovati di vivi, e si dice che siano scomparsi subito dopo la venuta dei cavalli spagnoli.
— Ecco una cosa che nessuno mai è riuscito a spiegare. Forse le due razze non andavano troppo d’accordo, e la più debole è stata distrutta dalla più forte, — disse Diego.
— Nella vostra provincia si allevano i cavalli? — chiese Cardozo.
— In grandissima quantità, e si uccidono per ricavarne le pelli ed il grasso, cose che in commercio hanno un notevole valore.
— Ditemi, señor Ramon: sono difficili a domarsi i cavalli selvaggi?
— Bisogna essere gauchos per riuscire, — disse Ramon. — Nessun altro sarebbe capace di farlo. Volete provarvi?
— Rinuncio volentieri.
— Allora a noi due, Pedro: daremo la prima lezione a questi selvaggi.
— Basterà una? — chiese Cardozo.
— Occorrono quattro e talvolta cinque prove prima che