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tava rapidamente azzurra. Senza badare al grande pericolo a cui si esponeva, applicò le labbra alla piaga e succhiò vigorosamente, sputando il sangue che assorbiva.
Cardozo, che era caduto senza forze, parve sollevato da quella cavata di sangue e si rialzò balbettando:
— Grazie... Diego...: mi sembra di stare un po’ meglio...
— È nulla, ragazzo, — rispose il mastro, tergendosi il sudor freddo che irrigavagli la fronte. — È stata una puntura dolorosa, ma niente di più.
— Guarirò?
— Sì, presto... sta certo, Cardozo; ma bisogna che ti porti subito al campo.
— Perchè?
— Perchè i gauchos possono farti guarire più presto.
— Ma chi mi ha morso?
— Bah! Un serpentello, — disse il mastro. — Vieni!
Afferrò il povero ragazzo, se lo strinse al petto e si slanciò a tutta corsa attraverso la pampa, gridando:
— Ramon! Pedro! Accorrete!...