Pagina:Salgari - Il tesoro del presidente del Paraguay.djvu/186

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recano immensi danni ai mandriani, abbattendo indistintamente cavalli e buoi. È tale la loro forza, che basta un colpo di zampa per ispezzare la colonna vertebrale al più grosso animale, e non di rado se ne sono veduti taluni varcar d’un salto un recinto, portando in bocca un grosso capo di selvaggina o un vitello.

La loro audacia vince talvolta quella della stessa tigre, poichè non teme l’uomo, anche se formidabilmente armato. Attacca indistintamente qualunque essere vivente, si avvicina ai villaggi per rapire le donne e i fanciulli, e si narra perfino che un giaguaro, entrato una volta in una chiesa, sbranò tre preti e un sagrestano prima di venire ucciso.

Il felino ucciso dai marinai era uno dei più superbi campioni, poichè toccava i due metri. Le due palle lo avevano ridotto in cattivo stato, poichè quella di Cardozo gli aveva fracassata la spalla destra, e la seconda gli aveva spaccato il cranio, mettendo a nudo un buon tratto della scatola ossea. La morte, dopo il secondo colpo di carabina inviatogli dal mastro, doveva essere stata istantanea.

— Corpo d’un treponti sventrato! — esclamò il degno lupo di mare, che girava e rigirava attorno al cadavere. — Ecco davvero un bel colpo e sparato proprio a tempo; un momento di ritardo, e tu, mio povero ragazzo, eri spacciato.

— Ti giuro che me la son vista brutta, marinajo, — disse Cardozo, che non si era ancora completamente rimesso dall’emozione. — Si ha un bel dire che una palla può uccidere anche un elefante, ma ti confesso che ho provato una gran paura.

— Bah! Sei stato anche troppo bravo, ragazzo mio. Ho conosciuto degli uomini due volte più forti di te, che tremavano tanto dinanzi ad un giaguaro da non essere capaci d’alzare il fucile.

— Dimmi, marinajo: che sia stato questo a divorare il piccolo patagone?

— Non te lo so dire; ma, sia stato questo o un altro, per noi è tutt’uno. Lo porteremo al campo e al capo diremo che l’abbiamo ucciso mentre stava rosicchiando la vittima.