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Non per questo gli abitanti abbandonarono quella città, che pareva perseguitata da un crudele destino. Nel 1731 tornavano a rialzarla; ma venti anni più tardi un altro terremoto la sfasciava da capo a fondo.
Solamente allora decisero di farla risorgere in altro luogo, ossia a tre leghe dal mare, in una vasta pianura detta La Mocha, sulla riva settentrionale del Rio Bobio.
Non tardò a diventare ancora una delle principali città del Chilì e a riguadagnare il perduto commercio, che ogni giorno va crescendo, grazie la sua vicinanza al mare e le innumerevoli produzioni del suolo.
Oggi Nuova Concezione occupa una grande superficie, essendo le sue case tutte di un solo piano, affinchè meglio resistano al terremoto, che si fa di quando in quando sentire con estrema violenza; ha una bellissima cattedrale, un ospedale, un collegio, caserme, spaziosi conventi e diversi consolati, fra i quali quello del Paraguay e di altre repubbliche dell’America del Sud.
La berlina che trasportava l’agente del Governo e i due marinai, dopo di aver attraversato quasi tutta la città con un baccano infernale, senza lasciare quasi tempo a quelli che la montavano di vedere dove andava, si era bruscamente arrestata dinanzi ad una casa di bella apparenza, che sorgeva sulla riva destra dell’Andalien, corso d’acqua che bagna la parte meridionale di Concezione.
L’agente del Governo, che durante il tragitto non aveva pronunciato una sola parola, aprì la portiera e balzò agilmente a terra, dicendo ai due marinai: — Siamo giunti.
Due uomini stavano fermi dinanzi all’abitazione, avvolti nei loro ponchos, che nascondevano quasi del tutto i loro volti. Vedendo l’agente del Governo, lo salutarono con un: Buena noche, caballero, e si ritrassero da una parte per lasciargli libero il passo.
— È questo il Consolato? — chiese il mastro.
— Sì: affrettiamoci, — rispose il signor Calderon.
— Cosa fanno quegli uomini?
— Sono stati posti qui per maggior sicurezza.