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il treno volante | 118 |
— Potete salire! — gridò.
— Hanno fatto dei guasti? — chiese Ottone.
— Nessuno — rispose il greco. — Si sono limitate a ubriacarsi.
— Ecco delle scimmie oneste — disse Ottone, respirando. — Temevo che avessero rovinate le eliche.
Pochi minuti dopo l’àncora veniva staccata e il Germania riprendeva la sua corsa, deviando leggermente verso il sud-ovest.
X
Il tradimento di Sokol
Il sole era tramontato e la luna piena era sorta lentamente tersa e luminosa in un cielo purissimo, sgombro di nubi.
Una calma infinita regnava sotto i grandi boschi che il treno volante quasi sfiorava, essendosi molto abbassato in causa della condensazione dell’idrogeno. Talvolta i rami dei miombi e dei sicomori sfioravano con un leggero fruscio l’estremità della piattaforma.
Gli aeronauti avrebbero potuto facilmente alzarsi, avendo ancora molte centinaia di chilogrammi di zavorra e molti cilindri ripieni di gas, ma si tenevano a bassa quota, volendo tentare la caccia dal dirigibile.
— Gli animali non devono mancare in queste foreste — aveva detto. — Ci prenderemo il piacere di tirar loro senza bisogno di scendere a terra.
Mentre i due negri sonnecchiavano sui loro materassi, l’arabo ed i due europei s’erano seduti sul parapetto della piattaforma, tenendo in mano i fucili.
Per ingannare il tempo avevano accese le loro pipe e sturata una bottiglia di vino del Reno, sorseggiando di quando in quando