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6 Capitolo Primo

Tuttociò era stato fatto precipitosamente, temendo che l’urto dovesse accadere da un momento all’altro, fra un trambusto, un gridìo, una confusione indescrivibile perchè pareva che più nessuno avesse la testa a posto. Cioè tutti no: Alvaro de Correa, malgrado la sua giovane età, non aveva perduta la sua calma ed aveva assistito a quei preparativi senza che il suo viso dimostrasse troppe apprensioni.

– Siamo pronti, pilota? – chiese con tono scherzevole, quando le due scialuppe furono armate.

– Sì, signore – rispose il vecchio marinaio il quale, appoggiato alla murata prodiera, cercava di discernere la costa.

– Suppongo che non le getterete ora.

– Non abbiamo ancora toccato.

– Che non vi sia proprio alcun mezzo per salvare la caravella?

– Nessuno, signore: ormai è irremissibilmente condannata.

– Splendida prospettiva! Meno male che dovremo menare le mani contro i selvaggi! Ciò sarà divertente.

– Ah! Non scherzate, signor Alvaro – disse il pilota. – Non è il momento questo.

– Volete che pianga?

– Ci dibattiamo fra le strette della morte.

– Quella signora la prenderemo pel collo e la strozzeremo prima che ci porti via – rispose il giovane, ridendo.

Il vecchio pilota lo guardò di traverso.

– Brutti scherzi – brontolò. – Vedremo se riderà quando il mare lo travolgerà od i brasiliani lo metteranno allo spiedo.

La caravella, spinta da quelle montagne d’acqua che l’Atlantico scagliava, con impeto formidabile, contro la costa brasiliana, s’avanzava sempre verso le scogliere che il gabbiere asseriva d’aver scorte. L’oscurità si manteneva sempre così fitta, da non poter ancora sapere se erano lontane o vicine, raddoppiando in tale modo le ansietà dell’equipaggio.

Ormai non vi era più nulla da tentare per rendere il naufragio meno disastroso. L’albero calato a poppa onde potesse servire, in qualche modo, da remo, era stato quasi subito portato via, le vele non esistevano più dopo che l’alberatura era stata abbattuta, sicchè la caravella non aveva più alcuna direzione.

Balzava e rimbalzava come una palla di gomma, imbarcando acqua da tutte le parti, girava su se stessa come una trottola, si rovesciava impetuosamente ora sul babordo ed ora sul tribordo,